Le Teorie Sul Fenomeno Delle ‘Luci Dei Terremoti’

Vari fenomeni ottici sono stati nel tempo registrati nell’atmosfera apparentemente simili alle aurore boreali, i quali sembrano apparire nel cielo nei pressi di aree con attività sismiche, tettoniche ed eruzioni vulcaniche. Considerato in passato un mito, questo fenomeno è possibile avvistarlo soprattutto di notte. I sismologi hanno potuto accertare la loro esistenza visionando le fotografie del fenomeno come ad esempio quella scattata in Giappone a Nagano durante lo sciame sismico di Mitsushiro, verificatosi tra il 1965 e il 1967

luce terremoto mitsushiro

Le luci hanno un aspetto simile a quello di un’aurora boreale generalmente con l’emissione di uno spettro luminoso che varia dal bianco all’azzurro, ma sono stati riportati anche dei casi in cui le luci ricoprono un maggiore spettro di colori, della durata di pochi secondi o addirittura decine di minuti. Questo insolito fenomeno può avvenire sia prima che dopo il terremoto. I casi di questi avvistamenti, spesso documentati con foto o video sono avvenuti a:

  • Kalapana nel 1975
  • Tangshan nel 1976
  • Idu nel 1930 con rilevazioni fino a 110 km dall’epicentro
  • Tianshui  nel 1976 in Cina con rilevazioni a 400 km a nord-est
  • In Perù nel 2007, fenomeno ampiamente osservato e filmato
  • Sichuan nel 2008
  • Aquila 2009 con fenomeni avvistati già 9 mesi prima del sisma principale e perseguiti per 5 mesi
  • In Cile nel 2010

 

luci terremoti

 

Le cause delle luci telluriche non sono ancora state pienamente chiarite, e sono stati proposti vari meccanismi per spiegare la loro manifestazione nell’atmosfera. Secondo le più recenti teorie viene suggerito che la generazione delle luci telluriche coinvolga la ionizzazione dell’ossigeno derivante dalla rottura di legami perossidici in alcuni tipi di rocce, a causa delle elevate tensioni che si manifestano prima e durante un terremoto.

Dopo la ionizzazione, gli ioni riescono a risalire lungo le fessurazioni della roccia fino a raggiungere l’atmosfera, dove possono ionizzare alcuni strati d’aria dando luogo a un plasma in grado di emettere luce. Esperimenti di laboratori confermano che alcune rocce sono effettivamente in grado di ionizzare l’ossigeno contenuto quando sono soggette a elevati livelli di tensione. Le ricerche suggeriscono anche che l’angolazione della faglia sia collegata alla probabilità di generazione di luci telluriche; in particolare risulta che le faglie subverticali o quasi verticali, abbiano l’incidenza più elevata nella generazione del fenomeno.

pilastri luminosi - luci terremoti

Un’ altra teoria ipotizza la causa in intensi campi elettrici creati per piezoelettricità causata da movimenti tettonici di rocce contenenti quarzo.

Un’altra possibile spiegazione è una distorsione locale del campo magnetico terrestre o della ionosfera nella regione dello stress tettonico, con effetti risultanti di luminescenza osservati localmente e dovuti probabilmente all’effetto combinato della ricombinazione radiativa ionosferica ad altitudini inferiori e a pressione atmosferica più elevata rispetto alle condizioni che generano l’aurora boreale. Comunque, l’effetto non è molto pronunciato né chiaramente osservato in tutti gli eventi sismici e non è stato ancora direttamente verificato per via sperimentale.

Una recente proposta presentata nel marzo 2014 all’annuale incontro dell’American Physical Society ipotizza la causa basandosi sul noto fatto che due strati di materiale che sfregano tra loro danno origine a una differenza di potenziale elettrico. Sono stati condotti esperimenti di laboratorio con diversi tipi di granulometrie di roccia per riprodurre la crosta terrestre ed emulare un terremoto. Si è notato che con la fratturazione delle venature si ha un voltaggio positivo, mentre con la chiusura si ha un voltaggio negativo. La frammentazione provoca la scarica nell’atmosfera che dà luogo a un’intensa emanazione luminosa. Il fenomeno è noto come triboluminescenza. I sismologi sperano che questi studi permettano di giungere a una migliore predizione degli eventi sismici.

Nella comunità scientifica c’è anche un dibattito riguardante il radon come possibile precursore dei terremoti, così un’altra teoria ritiene che gli effetti di incandescenza osservati potrebbero essere connessi alle esalazioni del gas e prodotti dalla ionizzazione o da reazioni chimiche del plasma.

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